Sono la bussola senz’ago. Le lettere di Anna Maria Ortese
Quando ho avuto tra le mani le lettere di Anna Maria Ortese a Marta Maria Pezzoli, raccolte nella bella edizione Adelphi con il titolo Vera
Quando ho avuto tra le mani le lettere di Anna Maria Ortese a Marta Maria Pezzoli, raccolte nella bella edizione Adelphi con il titolo Vera
Ci sono scritti che trovano lettori perché non li cercano, che rifiutano qualsiasi forma di negoziato con un saeculum in attesa di una redenzione troppo
Parigi, rue Lafayette, al numero 15, un giorno dei primi mesi del 1932. Tre uomini mascherati e armati fanno irruzione nella banca Baruch, rinchiudono il
Da un lato «la fine delle speranze», la disillusione, lo scontro con la realtà meschina, il crollo del mito della guerra e dell’eroismo che Gadda
«Non più nelle università. Al pensiero sarebbe quanto mai utile un periodo di occultamento, di vita clandestina e camuffata, da cui tornare a emergere in
Faulkner diceva di leggere con piacere romanzi gialli, se buoni come I fratelli Karamazov. Ed è proprio uno di loro a pronunciare quella frase memorabile
«Lo spettacolo offerto da una civiltà moribonda ha in sé qualcosa di disordinato, di incongruo, di elegante». Ritorna in libreria, due volte, Teresa Cremisi, con
Che debba, sempre, campare, o crepare, sopra, o sotto, la panca? La bestia che lecca sale e incorna vento qualcosa (in più) sa. Zlateh la
Nell’anno in cui, dopo la fine presunta del Novecento, la guerra si è riaffacciata in Europa, traendo con sé il carosello di vecchi fantasmi, su
«Non è il massimo dell’allegria questa storia» dice Serge. «Il massimo dell’allegria è andato. Ma possiamo ancora ridere», risponde Jean, il fratello. Non c’è niente