Venezia è città di calli strettissime che si inseriscono tortuose le une nelle altre, per poi sbucare su un ponte; è di pietra e scalini, su palafitte e su roccia – come il sestiere di Dorsoduro. Ma è anche una città che sa aprirsi in orizzonti vasti come la laguna, e allargarsi in campi dove trovano spazio banchi del mercato, edicole, panchine, tavolini che brulicano all’ora dello spritz, che a Venezia significa tutto il giorno.
È in uno di questi campi, Campo Santa Margherita, che, vicino alla Chiesa dei Carmini, si può avvistare la vetrina della Libreria MarcoPolo. Non è raro che lì davanti si raduni un gruppetto di persone, che chiacchierano rilassate con una birra in mano presa nelle vicinanze.
Nata come libreria di viaggi, che poi per un periodo si è occupata di remainders – ossia le copie che vengono vendute a prezzo ridotto – nel 2015 cambia veste e gestione, e i tre soci Claudio Moretti, Sabina Rizzardi e Flavio Biz decidono di trasformarla nella libreria indipendente che adesso si riconosce da lontano, con le sue vetrine ad angolo colme di volumi e di poster. Sul sito si presentano in modo essenziale, rivelando i diversi percorsi: chi arriva da Lettere, chi da Ingegneria; Rizzardi viene dal mondo dell’architettura e del design, e infatti non manca un nutrito angolo di testi in materia.
Aggirandosi per i tre locali di cui si compone la MarcoPolo è percepibile la volontà di comunicare attivamente quello che è urgente nella contemporaneità. Dalla letteratura, alla saggistica, l’esposizione segue un’ispirazione che ha un obiettivo dietro molto preciso.
«La libreria, soprattutto negli ultimi tre anni, vuole indagare e cercare di capire la densità del mondo in cui viviamo, dedicandosi sempre all’editoria indipendente e con un occhio attento sulle questioni di genere, ambiente, transfemminismo.»
mi dicono, quando vado a trovarli.
Non è solo un posto dove scegliere delle letture, ma è un luogo politico. Su una parete campeggia la scritta Don’t forget to destroy the patriarchy: sono segnali che delimitano quello che è un porto sicuro. L’impegno nell’offrire più titoli possibili che permettano di approfondire tematiche legate a transfemminismo, razzismo, antispecismo è evidente in ogni scaffale. Con un’ampia stanza dedicata anche alla letteratura per l’infanzia, la MarcoPolo «è diventata una parte del Campo, dove le persone, anche durante la quarantena, possono incontrarsi e avere un minimo di scambio, proprio attraversando lo spazio, dandosi appuntamento».
In una città come Venezia, iperturistificata, che si sta man mano svuotando dei suoi abitanti ed è per lo più popolata da studenti e docenti che rimangono per periodi definiti nel tempo, avere un punto di ritrovo è più significativo che altrove; e del resto obiettivo della MarcoPolo è essere, in tutte le accezioni del termine, aperta. «La libreria non è e non è mai stata un’attività pensata per i turisti, ma per persone che abbiano voglia di varcare quella soglia, da qualsiasi parte esse provengano». É anche una bussola per navigare nelle contraddizioni di Venezia: splendida e privilegiata, ma preda di operazioni volte a una turistificazione che non può fisicamente sopportare, situazione esemplificata dal caso delle Grandi Navi, fortemente contestate dalle realtà locali per l’impatto devastante sulla laguna.
Prima della pandemia la libreria si è impegnata nell’organizzazione di incontri, sempre focalizzati sulle letture e i temi più cari – e resi manifesti da una rapida scorsa alle coste dei libri esposti: «L’overturismo, le città, l’ambiente, il transfemminismo, che è l’unico movimento che mette in discussione il patriarcato e il capitalismo come lo conosciamo». Per il momento, le presentazioni e gli eventi sono in pausa fino a che non sarà di nuovo sicuro riunirsi, ma il locale rimane attivo nel quotidiano, continuando a offrire, tra i suoi scaffali che si affacciano sul campo, un luogo fisico, dove si mantiene vivo lo scambio e dove prende forma una comunità che esiste nelle sfide del presente.
I 5 CONSIGLI DI LETTURA DELLA MARCOPOLO:
Luce d’estate ed è subito notte, Jón Kalman Stefánsson, Iperborea
Autunno, Ali Smith, SUR
Ragazza, donna, altro, Bernardine Evaristo, SUR
In altre parole. Dizionario minimo di diversità, Fabrizio Acanfora, effequ
Scirocco, Giulio Macaione, Bao Publishing