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Cosa una donna non è

Partendo dal caso Hermoso, un’indagine sul calcio femminile e sulla sua portata rivoluzionaria

Un piquito

Sydney, 20 agosto 2023

La giocatrice Jennifer Hermoso riceve un bacio sulla bocca da Luis Rubiales, presidente della Federazione spagnola, durante la cerimonia di premiazione dei mondiali di calcio femminile.
Non sono innamorati. L’uomo voleva complimentarsi con lei dopo l’esaltante vittoria.
In merito alle successive accuse di molestia sessuale l’uomo ripeterà per quattro volte «Non mi dimetto». Applausi in sala stampa.
«Il falso femminismo di questo paese ha dato una lettura diversa di questo episodio» dichiara.
Un piquito? Una cosa da niente.
Il presidente viene destituito, sarà processato il 3 febbraio 2025.

1. Premessa

Non sono un’esperta, dallo scorso anno seguo il calcio femminile perché desidero interpretarlo secondo una logica arbitraria congetturale.
Ho il sospetto che molto del tanto che si vada ricercando sociologicamente nella parità di genere, contro ogni forma di violenza e abuso sulle donne, si stia giocando in purezza sul campo d’erba verde più che all’interno di quello considerato letterario o intellettuale.
Compriamo i libri di Carla Lonzi appena ristampati, ci indigniamo spesso, parliamo di femminismo intersezionale, ma poco interveniamo spiritualmente insieme ai corpi come si comporta una squadra.
Mi sembra che in questo momento la presenza e il ruolo delle donne nell’ambito calcistico non sia semplicemente una metafora del cambiamento, ma lo rappresenti.
Ho letto solo di recente un’intervista di Giuseppe Berardi a Verónica Boquete (LFootball, dicembre 2022) e ho capito che l’ondata rivoluzionaria delle iberiche seguita ai fatti accaduti nell’agosto 2023 prima, durante e dopo la consegna dei premi alle giocatrici spagnole somiglia a un rituale nero che non possiede origini mitologiche lontanissime e fin qui segrete. Altre di loro in anni recenti hanno ricevuto pressioni dall’alto e hanno detto dei no pagandone il prezzo. «Se non sono più in nazionale per le mie azioni lo accetto senza problemi», professa Boquete.
Eppure non sono sicura che basti il rifiuto della Luna a far abbassare le maree e a costringerle a intervallarsi nella risacca. Di sotterraneo c’è un nuovo ciclo o cosa?

2. Cosa

Mi chiedo cosa nasconda il calcio femminile e cosa stia portando allo scoperto.
Cosa vedono le donne nel pallone? Dio, la magia, un punto?
Cosa di religioso esiste nel calcio? Uno spogliatoio cosa condivide con l’arte di un convento?
Quello che osservo dall’esterno è un corpo che si muove in massa in modo totalmente difforme rispetto a qualsiasi altra congregazione conosciuta finora. Nulla di paragonabile all’ambiente lavorativo femminile operaio, ospedaliero o scolastico.

Pur sapendo di poter essere insultate, io vedo un gruppo di giovani donne che non teme di dichiarare pubblicamente l’orientamento sessuale, calciatrici che alla luce del sole fanno proposte di matrimonio alle proprie compagne sul campo da gioco, le baciano, indossano fasce da capitana arcobaleno, diventano madri attraverso la fecondazione assistita, pubblicizzano creme abbronzanti come altri sportivi famosi e addirittura, certe rarissime volte, diventano star. Ogni loro cielo parla.
La sfera celeste del calcio va dunque sfumando. Che sia un’alba può far paura a qualcuno.
Cosa si cela dietro a questo timore? Una cucina deserta, il letto vuoto, l’assenza improvvisa di una figura che nutre, accarezza e da sempre cura?
Non credo. Si teme l’invasione, l’assalto a una roccaforte del maschilismo.

3. «Autobus lento per Jack London Square. Domestiche e vecchie signore»

Si avvia così il racconto di Lucia Berlin dal titolo Manuale per donne delle pulizie.
Aspettiamo un autobus per muoverci sul posto di lavoro insieme alla vedova protagonista che si è rifiutata di andare a riconoscere il corpo del marito morto.
La verità è che si entra in servizio già stanche se si deve attendere molto, se la strada è lunga e le condizioni di partenza sono sfiancanti.
Lo ha fatto presente anche la nazionale spagnola femminile quando si è lamenta dei lunghi viaggi in autobus prima di affrontare squadre che invece le raggiungevano comodamente in aereo.
Certo, non tutta la disparità universale può essere sanata, ma chi è abituato a pulire per conto proprio, senza affidarsi al lavoro di XX, acquisisce nel tempo un sistema sottile di intima indagine. Risolve facilmente ulteriori questioni perché ha imparato a distinguere le orme, a confrontare le tracce, sa con esattezza cosa piace fare al padrone della casa che va lucidando, e anche cosa teme. Poi rimuove tutte le macchie.
La nazionale spagnola di calcio femminile ha lavato le superfici visibili e oggi viaggia in aereo; vola in cielo come i grandi uccelli.
Scrive ancora Lucia Berlin: «Donne delle pulizie: vi capiteranno un sacco di donne emancipate. Il primo stadio sono i gruppi di autocoscienza, il secondo la donna delle pulizie, il terzo il divorzio».
Il quarto, i giochi di parole. Che fatica.

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4. Casalinghitudine

«Quando finalmente mi dissi che stavo scrivendo un libro
ero in autobus, a Roma, appesa al mancorrente»
Casalinghitudine, Clara Sereni

Nel 1987 apparve in libreria Casalinghitudine, un bizzarro ricettario che tratteggiava il ritratto di un periodo e di una generazione attraverso il cibo. L’autrice, Clara Sereni, nella nota introduttiva a una nuova edizione commentava: «I libri hanno un concepimento e una gravidanza. Comprese le nausee, i colpi di sonno, l’ansia per colui o colei che verrà al mondo. Comprese le incertezze per come il mondo accoglierà – o non accoglierà – la nuova creatura».

L’educazione umana di una creatura è responsabilità di uomini e donne. Farsi carico di questa eredità significa anche rileggere i testi di chi ci ha preceduto, togliere la polvere e vedere cosa c’è sotto.

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5. Telenovelas

Ángeles Béjar, madre dell’ormai ex presidente della Federazione spagnola Luis Rubiales, nell’agosto del 2023 si barricò nella chiesa della Divina Pastora de Motril minacciando lo sciopero della fame. Disse: «Non mi importa morire per la giustizia».


In quei giorni circolò il video di un’intervista alla donna:
INTERVISTATRICE: Cosa vuole dimostrare con questo gesto?
MADRE: Voglio solo che dica la verità.
Le campane suonarono baldanzose.
L’intervistatrice ripeté la risposta per essere sicura di aver ben intuito in mezzo ai fragorosi rintocchi.
INTERVISTATRICE: …che Jenni dica la verità?
La madre annuì senza pronunciare il nome di chi, secondo lei, stava rovinando la vita a suo figlio.

Soy mujer y no me representas.
Su Instagram molte donne commentano così i post di Jennifer Hermoso, compresi quelli che la ritraggono in vacanza al mare.
Sono una donna e non mi rappresenti.

*

Per sopravvivere, le donne hanno dovuto imparare a stare più all’erta degli uomini? Tutte?
Forse gli uomini non sono stati abituati a temere una donna. A temere le azioni di una donna. Cosa mai potrà fare?
Temere è un verbo sospettoso e prevedibile; guarda lontano, avverte il pericolo, sente l’odore di morte.
Abituarsi è un verbo lungo e duro da rompere, come un meccanismo perverso, l’acqua cheta che rovina i ponti.
Di chi è la colpa?

6. Il sorriso della vittima

Jennifer Hermoso ha lunghi capelli neri, occhi celesti e un sorriso bellissimo come il suo cognome. Dopo quel bacio non voluto sul podio d’oro ha continuato a sorridere, ha cantato, saltato, ballato negli spogliatoi, ha festeggiato sotto una pioggia di coriandoli luccicanti insieme alle sue compagne.
Ha riso, sorriso e riso ancora durante il viaggio di ritorno in Spagna. Lo ha fatto di nuovo per le strade di Madrid. Continua a farlo in Messico, dove gioca nel club Tigres.
Le parole sono anche fatti, a volte disgustano.
Le recriminano: “Perché ridi?”, “Questo è il tuo vero dolore?”, “Pagliaccia”, “Sei ridicola, dovrebbero cacciarti”, “Non sei stata violentata”, “Pinocchia”, “Qui vediamo una persona stuprata e traumatizzata dalla situazione”, “Quanto costa un bacio?”, “Hai sporcato la coppa con le tue bugie”, “Sei una vergogna”, “Fai schifo lesbica”, “Una signora sta soffrendo per colpa tua”, “Cry baby”.
E lei sorride.

Neige Sinno in Triste tigre esamina un processo mentale:

«Nei libri scritti da sopravvissuti emerge spesso l’idea che loro non vogliono assumere un atteggiamento da vittima, oppure che non vogliono essere considerate come vittime. Cosa significa esattamente? In genere queste frasi esprimono il rifiuto di essere oggetto di pietà. Ma perché una vittima dovrebbe venire percepita sistematicamente attraverso quello strano sentimento che è la pietà, mix di compassione e condiscendenza?».

Jennifer Hermoso sorride. Non si considera un oggetto. È stata baciata contro il suo consenso, testimonia. Tiene il punto nell’altrui disappunto.
Perché una vittima non può più sorridere? Dove sta scritto? Voglio scrivere che una vittima può sempre sorridere, se vuole.

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7. La bellezza, il valore

26/7/2024

La FIFA ha rivelato che una giocatrice su cinque ha subito violenza verbale online durante la Coppa del Mondo femminile, il 29% in più rispetto ai giocatori.
La finale fra Spagna e Inghilterra ha rilevato il più alto numero di messaggi offensivi, 6500 commenti sono stati nascosti dal servizio di protezione dei social media.

8. La dieta

«La gente pensa che non lavoriamo. Diamo due o tre calci al pallone per qualche ora a settimana, senza considerare che dobbiamo tenerci in allenamento, seguire una dieta e un certo stile di vita per poter raggiungere un determinato risultato».
Celia Jimenez, calciatrice e studiosa di ingegneria aerospaziale.
Mi domando spesso, non so se legittimamente, come una calciatrice affronta un disturbo alimentare.

9. Martina T.

Purtroppo non conosco molte donne con cui intrattenere lunghe e accese discussioni sul calcio. Le mie amiche mi ascoltano non oltre quindici minuti solo se l’argomento coinvolge la sfera sentimentale delle giocatrici, specialmente se ci troviamo di fronte a un lesbodramma. Cosa che io non ho mai capito. Non lo so riconoscere. Mi sfuggono le regole: non mi spiego i triangoli, le false partenze, i ritorni, prendo pali.
L’unica è Martina T.
Il 6 luglio dello scorso anno, al Ninfeo di Villa Giulia, Martina T. indossava la maglietta della Roma durante la serata conclusiva del Premio Strega. Non riuscivo a smettere di fissarla, credo di avere anche tentato di fotografarla di spalle, ma non era abbastanza vicina. Le volevo bene da lontano.
Il 25 agosto 2023 le avevo scritto su Whatsapp, intendevo capire cosa pensasse della questione/bacio Hermoso/Rubiales.
Risponde quasi subito: «Guarda, ho dato un’occhiata a un pezzo del Guardian. A vedere un attimo il video io non mi sono scandalizzata, ma sarà questione di sensibilità personale. Se le ha dato fastidio, le ha dato fastidio. A me i maschi potenti in giacca e cravatta non hanno mai fatto paura.»
Continuavo a volerle bene da lontano, dalle mie diverse posizioni.
Le ho riscritto qualche giorno fa per mera curiosità personale. Le domando: «Ma ci pensi ancora ogni tanto a quella faccenda del bacio?»
Dice: «No, non ci ho più pensato. Non mi ricordo nemmeno com’è finita. La storia che mi ha turbata tanto è stata questa:

Poi aggiunge: «Per me la cosa più bella del calcio femminile è vedere giocare la Roma dal vivo!».
Mi piace tantissimo parlare con Martina T.

10. Love story

C’era già stato un gesto d’amore, a Sydney, quella sera del 20 agosto 2023. Forse anche più d’uno.
La Spagna vince 1-0 contro l’Inghilterra grazie al gol di Olga Carmona, che durante quella partita diventa allo stesso tempo campionessa del mondo e orfana di padre.
Jennifer Hermoso (numero 10) e Alexia Putellas (numero 11) al termine dell’incontro si scambiano le magliette per celebrare la vittoria condivisa. Se io sono te, tu sei me. Ognuna avrà sul petto il nome dell’altra mentre sale le scale della pedana per ritirare la medaglia. Quanto sudore e quante lacrime. Il calcio è uno sport melodrammatico.
Non è difficile trovare in rete articoli vecchi e nuovi che raccontano parti della loro relazione, esistono commenti e video che mostrano insieme queste due formidabili giocatrici in vari momenti della vita.
Cosa succede in un campo dove è passato l’amore è una battaglia persa, si sa. Ma qui, ciò che resta integro e vero e forse sano è la presenza reale, fianco a fianco,di una compagna nominata due volte pallone d’oro, che nel momento di massima difficoltà dell’altra scrive su tutti i canali a sua disposizione che un bacio dato senza consenso è inaccettabile. Se acabó. It’s over. Sono con te.
È quindi insieme a un’altra lei che si muove la seconda onda. È così che il mare non finisce.



Immagine di copertina:
https://www.fcbarcelonanoticias.com/en/fc-barcelona/of-the-hand-of-jenni-beautiful-spain-seals-his-pass-to-the-eighth-of-final_294482_102.html

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