Ci sono persone che ci segnano, ci cambiano, ci aiutano a crescere. Francesca D’Aloja li chiama corpi speciali e sono il centro del suo nuovo libro – Corpi speciali, appunto – edito da La nave di Teseo. L’autrice fa un viaggio nella sua vita e in quella degli altri: uomini e donne con i quali si sente direttamente o indirettamente legata. Non sono biografie, come precisa in quelle che sono tanto le note d’intenzione, quanto le istruzioni per l’uso del volume, bensì incontri.
Da Laura Antonelli ad Albert Camus, da Vittorio Gassman, al torero José Tòmas, passando per Theos Bernard, Il Lama Bianco. I corpi speciali raccontati con passione e minuzia da D’Aloja sono i compagni ideali per un viaggio intorno al mondo, alla scoperta di nuove culture, di epoche lontane e di storie indimenticabili.
Da dove si parte? Sempre dal personale, da Francesca e dai suoi incontri, quelli reali e quelli ideali. Se si tratta di attori, attrici, registi e divi che hanno affollato la sua sempre movimentata e stimolante carriera, l’autrice li spoglia delle loro vesti auree e li rende uomini e donne con le loro fragilità, imperfezioni e zone d’ombra. Li connota in base a ciò che sono stati per lei: un padre, un amico, un maestro, un’ispirazione, e da questo riferimento si abbandona alla descrizione di individui spiritosi, brillanti e autentici. Decostruzione e ricostruzione sembrano essere le regole fondamentali per inquadrare un corpo speciale e ritrarlo nella sua intima naturalezza.
Vittorio Gassman ha insegnato a Francesca D’Aloja l’umiltà, con una ruvida e brusca lezione di vita. Ha silentemente accettato di sostituire quel padre che l’autrice aveva perso da adolescente. Ha voluto tagliare i ponti, risentito, quando lei ha fatto una scelta che disapprovava. Gassman si è lasciato vedere e conoscere in svariate fasi della sua vita, ha mutato pelle, ha alternato presenza ad assenza. Questa sua imprevedibilità è il tratto che lo contraddistingue, lo scheletro per raccontare la storia di un affetto che il tempo, neanche oggi, vent’anni dopo la sua scomparsa, è riuscito a scalfire.
Quando invece gli incontri sono quelli dell’anima e del cuore, la strategia varia: Francesca D’Aloja si sporge sul bordo del baratro della conoscenza e si lascia trasportare da un vortice seducente e fagocitante che la porta alla ricerca spasmodica di informazioni. È vorace e mai sazia: finché ci sono fonti da poter consultare, lei stoica e determinata prosegue. I ritratti che finisce con il comporre sono dei piccoli e commoventi miracoli di costanza e devozione, delle dichiarazioni d’amore per autori, sportivi, artisti che l’hanno conquistata con i loro barlumi di genialità e di anomalia.
David Vogel è l’autore di un’esigua produzione, uno scrittore che Francesca scopre casualmente tra i volumi della libreria di casa sua. Il suo romanzo Vita coniugale la attrae irresistibilmente. Questa inspiegabile connessione, alimentata e rafforzata dalla scoperta della coinvolgente e toccante prosa di Vogel, spinge D’Aloja a voler ricostruire la triste storia di un artista mai veramente sbocciato, apprezzato da una cerchia di letterati così ristretta da poter essere contata sulle dita di una mano. Ed è così che viene fatta giustizia: l’autrice, seguendo alla lettera l’insegnamento di Flaubert, con la sua penna fluente ed accattivante vendica Vogel e lo porta fino a noi consegnandoci la più sensazionale delle scoperte possibili.
Corpi speciali è una coinvolgente e piacevole sorpresa, un prodotto inedito e sperimentale che combina il genere biografico con la più intima e personale messa a nudo del proprio essere. Una prosa vivace e cangiante fa sì che D’Aloja giochi con i generi: intreccia cronaca, a narrazione, trasposizione letterale di telefonate e conversazioni, a piccoli incisi di fantasia che solleticano e stimolano l’attenzione del lettore. Un preciso e ben studiato equilibrio distribuisce omogeneamente sorriso e commozione.
Scrivere e leggere curano l’anima. Raccontare e condividere riunisce le coscienze e permette alle anime affini di rintracciarsi e di prendere consapevolezza di quanto le fascinazioni, le ossessioni – quelle innocenti – e gli amori siano il cuore pulsante dell’uomo, il comun denominatore della ricchezza.