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#Geografie librarie | Libooks. Parole, cose, incontri



«Se non sei curioso, lascia perdere»
Achille Castiglioni


Camminando per il centro di Cantù (CO) e attraversando piazza Garibaldi, sormontata dal campanile della basilica di San Paolo, si può imboccare via Dante che, in questi giorni di caldo intenso, rimane piacevolmente in ombra. Pochi passi e ci si ritrova all’ingresso della libreria Libooks. Subito si rimane colpiti dalle belle vetrine, sempre aggiornate con le ultime novità, mentre si percepisce un’invitante fragranza di fiori provenire dall’interno. L’ambiente è così ben curato e accogliente che difficilmente si può proseguire senza aver prima fatto un giro tra gli scaffali. Al bancone c’è Manuela, la titolare della libreria e unica libraia. La si può trovare al lavoro sulla scrivania, mentre è intenta a gestire gli ordini e a rispondere alle numerose telefonate, ma i suoi occhi luminosi hanno sempre tutto sotto controllo e si rivolgono per un saluto a ogni visitatore.

Manuela mi racconta della sua esperienza trentennale in questo settore. Ha lavorato molti anni in una libreria di Gallarate, poi ha deciso di tornare a Cantù e di affiancare il precedente proprietario della Libux – così si chiamava in origine la libreriapresente a Cantù da 14 anni. Ma si sa, da diverso tempo le librerie soffrono, portarle avanti è sempre più impegnativo e alla fine anche la Libux viene chiusa. Manuela però decide di recuperarla e di attuare un forte cambiamento: «perché non portare un modello radicalmente diverso?». Il progetto è stato valutato a lungo, sono state prese in considerazione tutte le ipotesi del caso e l’esperienza di Manuela ha giocato un ruolo fondamentale. Ha deciso di ripartire non puntando sulla quantità di libri presenti, ma sulla continua proposta di novità: «l’indice di rotazione dei libri doveva essere velocissimo!» Entrando, il cliente avrebbe dovuto trovare sempre cose nuove e affidarsi al consiglio della libraia. Ma il valore aggiunto di un luogo è sempre la sua capacità di favorire incontri. Infatti, nel nuovo logo della Libooks le due grandi ‘o’ richiamo due occhi spalancati. Aprire gli occhi e aprire un libro sono due gesti intimamente connessi, complementari: non si può aprire un libro senza simultaneamente aprire gli occhi al suo contenuto. 

Guardiamoci negli occhi, Bruno Munari

La passione per il Design di Manuela, trova radici profonde in un territorio come quello canturino. Qui, già nel cinquecento fioriva un’intensa operosità artigianale dedita alla produzione di chiodi e del tradizionale pizzo a tombolo. Nella prima metà dell’ottocento comincia la produzione artistica del mobile – tratto distintivo della Brianza – che porta all’istituzione, a Cantù, della prima Scuola d’Arte per l’Arredamento nel 1882. I temi che intersecano una forte tradizione del Design, della manualità e della progettualità trovano dunque ampio spazio alla Libooks, che interpreta perfettamente il genius loci del territorio. «La cosa importate è lavorare con il territorio» dice infatti Manuela, «l’iniziativa Libooks Atelier, che ha avuto molto successo e che riprenderà compatibilmente con l’andamento della pandemia, propone laboratori e attività per bambini e ragazzi che traggono spunto da suggestioni di design». Si comincia cercando una forma nel legno, trovando il senso che la materia stessa suggerisce per trasformarla in oggetto. Inoltre, prosegue Manuela «con le scuole (infanzia, primaria e secondaria di primo grado) c’è una collaborazione molto attiva, per sostenere i progetti di plesso delle insegnati. Con il progetto “io leggo perché”, chiunque può donare libri alle scuole gemellate con la libreria. Si tratta di una collaborazione tra la scuola e la libreria e tra la libreria e le case editrici. Alla fine gli editori mandano libri in omaggio a tutte le scuole che hanno partecipato al progetto». 

Manuela si impegna molto, le proposte della libreria sono tante, in costante evoluzione. Ciò che le sta a cuore è avvicinare alla lettura, di parole e immagini. Per questo il dialogo con il tessuto sociale della propria città e dei comuni limitrofi è fondamentale: «la libreria vive del passaggio delle persone» mi dice Manuela, «molto spesso, non ci si accorge neanche delle opportunità che abbiamo a pochi passi da casa, abituati come siamo a muoverci di fretta, tra un impegno e l’altro. Bisogna incontrarsi fisicamente, guardarsi negli occhi». 

I 5 CONSIGLI DI LETTURA DELLA LIBOOKS

I miei stupidi intenti, Bernardo Zannoni, Sellerio

L’albero della nostra vita, Joyce Maynard, NNeditore

L’aquilone, Laetitia Colombani, Editrice Nord

La Cartolina, Anne Berest, e/o

Nova, Fabio Bacà, Adelphi

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