«Nel momento in cui lo riconosce – solo in quel momento –, si rende conto di quanto sia diventato importante vederlo. E quanto sia stato deludente, per tutti quei giorni, non trovarlo in attesa alla fermata».
Ma è un’attesa che dura poco, quella di Lucio, uno dei protagonisti di Di me non sai esordio letterario di Raffaele Cataldo, pubblicato da Accento edizioni. Dopo averlo osservato per qualche tempo dalla finestra dell’ufficio, infatti, Lucio riesce a trovare subito Davide, il ragazzo che viaggia ogni giorno sulla linea Bari-Scappagrano, con la sua giacca a vento di un fucsia acceso: è sufficiente collegarsi a un’app di incontri e selezionare una serie di filtri per trovarlo.
Sembra quasi di essere di fronte all’inizio idilliaco di una storia d’amore perfetta, ma la vera natura del rapporto si mostrerà a chi legge di lì a poco.
La relazione raccontata da Cataldo non può essere infatti definita d’amore, dal momento che l’unico elemento a caratterizzarla è l’incompatibilità dei due amanti, il «disallineamento dei sentimenti» appunto. Ciò che manca ai due protagonisti è la conoscenza, la consapevolezza dei sentimenti dell’altro.
Per due mesi i due protagonisti cenano insieme, fanno sesso, dormono insieme a casa di uno dei due, ma la stessa relazione è vissuta da ciascuno in fasi e in punti differenti, che l’autore racconta alternando le loro prospettive nei diversi capitoli che si susseguono.
Lucio si innamora di quel ragazzo che tanto ha atteso affacciato dal suo ufficio. Quando Davide non è con lui, si accorge che è comunque nei suoi pensieri, continua ad aspettarlo alla finestra, lo immagina tra i pendolari e spera che possa alzare un braccio per un saluto. Questo però non succede mai.
Perché dall’altra parte della storia c’è Davide, che non si innamora: nei suoi pensieri c’è ancora un altro, Lorenzo, l’uomo che lui effettivamente aspetta, da quella volta in cui lo ha visto piangere con la testa sulle sue gambe.
Nell’eccitazione dei loro incontri manca la capacità di comunicare: e se per Davide tutto è indifferente, per Lucio diventa motivo di sofferenza. I due protagonisti si trovano in due punti così distanti che, nei capitoli di Davide, Lucio compare solo verso la conclusione del romanzo.
Cataldo ambienta il romanzo in una calda estate pugliese che porta con sé la pesantezza delle giornate di afa. Di me non sai non si può però definire neanche il racconto di una storia estiva, perché non c’è leggerezza, piuttosto la pesantezza che eguaglia il loro rapporto al calore estivo. In queste giornate, così come in questa relazione, tutto sembra bloccarsi e rallentare.
Così da una parte si ha il desiderio di Lucio e dall’altra le scuse di Davide.
Ciò che li accomuna è l’alienazione e l’ossessione per due persone diverse, seppur vivendo nella stessa storia. Il paragone più giusto sarebbe forse quello con la sabbia: Davide cerca di liberarsi di Lorenzo tentando di buttarsi in altre storie, ma lui è sempre lì nei suoi pensieri, come i granelli di sabbia che ritrovi anche quando pensi di aver pulito tutto. Quando pensi di essere libero da qualcuno.
Raffaele Cataldo scrive così una storia d’amore per chi non le ama, allontanandosi dalla prevedibilità delle fasi che caratterizzano una relazione – che forse per uno dei suoi protagonisti, Davide, non è neanche mai iniziata. Però l’amore c’è e viene raccontato, seppure con occhi diversi. Ed è proprio questo a rendere Di me non sai un grande esordio: non ci sono luoghi comuni, non c’è lieto fine, questi due amori restano non corrisposti e impossibili, rimane il dolore.
L’autore mostra l’altra faccia della medaglia e, in parte, quella realtà che spesso non viene raccontata, illudendoci così di una perfezione che non esiste.
Pensiamo che una storia debba andare bene per forza, ci annulliamo per rendere tutto più lineare, abituati alle storie dei grandi amori, al “vissero felici e contenti”.
E forse bisognerebbe solo lasciare andare via.
Immagine di copertina: dettaglio copertina Di me non sai, Raffaele Cataldo (Accento edizioni)