«Si può essere qualcuno semplicemente pensando», è gratis, non fa ingrassare e magari porta pure amore. Nelle ultime pagine della nuova biografia che ho scritto su Alda Merini, L’eroina del caos (Cairo), dopo l’ultima lettera della poeta, ce ne è anche una mia, dalla quale è estratto il testo che leggerete, con una mia proposta per il decennale della scomparsa della poeta dei Navigli, tra i pochi italiani candidati al Premio Nobel per la Letteratura.
Perché una nuova biografia? Perché non c’era, per farla rivivere, per mettere le cose al loro posto, per storicizzarla, per averla sempre accanto a noi e conoscerla meglio; perché bisogna restituirle il suo valore, per emozionarsi, commuoversi, sorridere – «Vi denuncio!» -, per conoscere persone splendide che ormai fanno parte del mio cammino, per fare questo viaggio con i Lettori – scritti sempre con la maiuscola -, con tutti voi.
Viva Alda, una donna «indocile», come l’ha definita il Presidente Sergio Mattarella. Viva chi ha ancora il buon gusto di usare il cervello, e anche il cuore, l’anima. Viva chi ama leggere.
Siamo tutti eroi del caos.
«Una biografia di Alda Merini è come fare un puzzle, ma la scatola che hai a disposizione è vuota: tutti i pezzi del puzzle sono nascosti, sparsi attorno, misconosciuti. Bisogna scavare molto nel tutto che avvolge le icone come Alda Merini. Del resto, la stessa poeta, in un altro dei suoi aforismi, dice: «Da anni indago sul caso Merini».
Ho lasciato parlare diverse voci che potessero aiutarci a unire i puntini della vita privata e pubblica della poeta. Un cerchio magico i cui membri spesso hanno versioni discordanti dello stesso evento, compreso ciò che è contenuto nella bara di Alda Merini. Meglio così. Il dibattito è aperto.
Alda Merini non era una santa, e meno male. La poeta con un vibratore nella borsetta, dicono. E, nel caso, cosa ci sarebbe di male?
Mi hanno sempre avvicinato a lei – che pure appare in questo libro anche nella veste di poeta della gioia – il dolore, la solitudine, i messaggi lanciati nella bottiglia. Alla sua epoca c’erano le segreterie telefoniche, quando tutti, tranne lei, erano fuori a divertirsi; oggi ci sono le spunte dei messaggi. E poi, i problemi familiari, le difficoltà materiali di chi sceglie di dedicarsi alla scrittura, la capacità d’innamorarsi sempre, come un’adolescente, di crederci sempre, ogni volta, di avere fiducia nella vita, nonostante tutto.
Lei è l’eroina del caos. Mi ha insegnato, e può insegnare a tutti, il valore della libertà. Libertà di dire quello che si vuole, senza avere paura delle conseguenze, libertà di essere come si vuole, mostrando con orgoglio i segni della vita sulla propria anima e sul proprio corpo, libertà di buttarsi ogni volta in un nuovo progetto, in una nuova storia, in una nuova avventura.
[…]
Il modo migliore per rendere uno scrittore eterno è leggerlo. Alda Merini, popstar della poesia, va letta, riletta e riletta ancora. La mia proposta è la seguente: tutte le librerie e le biblioteche d’Italia e dei Paesi nei quali la poeta è tradotta dovrebbero istituire la sezione «Alda Merini», sui loro scaffali.» (aspetto adesioni! N.d.A.).
Un estratto da Alda Merini. L’eroina del caos (Cairo), di Annarita Briganti.