«Il cd è stato l’ultimo supporto in cui la musica veniva quantificata in un oggetto: se ci pensi ora è immateriale, ha perso la sua dimensione fisica. La nostra generazione è cresciuta con l’idea che la musica fosse una cassetta, un cd, una compilation fatta a un’amica. In questo progetto ho trasformato un cd in un pianeta, ci ho fatto arrivare sopra un’esploratrice spaziale che è anche una meta-cantante con la voce di Giungla e Rachele Bastreghi e ho lanciato un fumetto con un singolo». Alessandro Baronciani, fumettista, illustratore, musicista, sperimentatore e alchimista di linguaggi artistici, ci risponde al telefono dall’auto, l’hanno chiamato dalla tipografia per dirgli che ragazzaCD, la sua ultima autoproduzione, è andata in stampa e lui è partito per andare a vedere cosa succede, quaranta minuti di auto da casa sua a Pesaro fino a Macerata, spiega con voce entusiasta: «È un fumetto che si ascolta, un podcast con immagini, qualcosa di sperimentale. Un libro tratto dalla musica, che è il medium non rappresentabile per eccellenza».
Ed è proprio così: apri il libro come se fosse un lettore cd e lo sfogli mentre ascolti il racconto audio e le canzoni, immergendoti in una storia che parla di viaggi, memoria, amore, identità, scoperta e che si svela a tempo di musica. Un viaggio in luoghi dell’animo dove rincontrare alcune delle cose che ci hanno fatto sentire sicuri, felici, emozionati, anche se solo per un lunghissimo attimo: una casa di coperte, quella playlist fatta apposta per noi, un bacio romantico, il momento in cui siamo diventati adulti o tornati bambini. L’edizione, limitatissima, è composta da un libro illustrato – che è un oggetto d’arte – e un cd da ascoltare: chi ha sostenuto il progetto con il crowfounding lo riceverà a casa, gli altri ne trovano alcune copie in libreria. Dopo Monokerostina e Come svanire completamente, Baronciani torna con un’altra autoproduzione destinata a diventare un oggetto cult.
Alessandro Baronciani, tra tutti i supporti musicali hai scelto il cd. Perché?
Se chiedi a un millennial che cos’è un cd lo confondono con il dvd, mentre il cd è stato – ed è l’idea romantica dell’operazione – il primo passaggio della musica da analogica a digitale. L’ultimo supporto in cui la musica veniva quantificata in un oggetto: qualcosa con dentro della musica, che ora invece è immateriale, non è fisica. La nostra generazione è cresciuta nell’idea che la musica fosse una cassetta, un cd, una compilation fatta da un’amica. Il cd non è neanche entrato a pieno diritto nei reperti nostalgici, a nessuno manca: si fa il revival della cassetta, c’è grande nostalgia del disco ma niente per il cd. Eppure, con la sua superficie piatta, arcobaleno, con la capacità di mantenere meglio il suono del disco, il cd ha dato al musicista il più ampio minutaggio per la sua creatività. Il vinile devi alzarti e girarlo mentre il cd invece va avanti, un’intera opera sinfonica senza cambiare lato del disco. E noi lo abbiamo dimenticato. Così nasce l’idea di costruirci un pianeta sopra, piatto, che ha un buco nero al centro e dove un giorno arriva un’esploratrice spaziale. Il cd ha la memoria chiusa – ti ricordi che quando lo masterizzavi non potevi più registrarci sopra? – e lei deve capire come scappare, come andare via.
RagazzaCD non è un fumetto, non è un disco, non è un podcast, eppure è tutte e tre queste cose insieme. Più facile da maneggiare che da spiegare. Come nasce?
Io e Corrado Nuccini ci siamo trovati bene a lavorare a Quando tutto diventò blu, sia per lo spettacolo che per il disco, sostenuto da Suner, che è un progetto Arci e dalla Regione Emilia-Romagna. In quel caso, lo spettacolo era tratto da un libro che avevo già pubblicato con Bao, mentre questa volta il percorso è stato inverso. Partendo da riferimenti musicali abbiamo imbastito sonorità e messo insieme delle canzoni e un po’ alla volta abbiamo lavorato sul plot, una storia di fantascienza basata sul formato cd. Questa volta, quindi, prima è nata la colonna sonora e poi il fumetto, che non si legge ma si ascolta. Per lanciarlo abbiamo usato un singolo, Salta, la canzone scritta con Giungla. Neanche quando ho fatto La Distanza con Colapesce avevamo pensato di fare una cosa così.
Il tema del ricordare è centrale: il concetto di memoria chiusa, di emozione legata alle cose che si vivono, del saperle conservare dentro di sé. Che rapporto hai con la memoria?
La memoria è bastarda. Quando si parla di memoria non riesco a non fare riferimento alla mia esperienza di servizio civile all’Anpi, non lo dico per dire qualcosa di sinistra ma perché vedevo cosa facevano gli ex partigiani, anziani, il cui ricordo non partiva dalla memoria ma dall’oggetto. Ricordo Renato Pezzolesi e la sua ossessione nell’archiviazione dei ricordi, delle foto che comprarono dei Combact Reportage di guerra americani, quelle scattate mentre arrivavano a Pesaro. Era da queste foto, portandole alle persone che c’erano sopra, da loro parenti ed eredi, che cercavano di recuperare i ricordi. Renato quando trovava le foto nelle vecchie case di campagna, quelle di gruppo fatte alle feste o in famiglia, andava dalle persone ancora vive a chiederne i nomi dei presenti, anche del cane, e si arrabbiava se non se lo ricordavano. Abbiamo memoria solo se riusciamo ad avere un accessorio che accede ai ricordi e abbiamo dei sentimenti soltanto grazie alle canzoni che ci fanno ricordare il momento in cui le abbiamo ascoltate, ritrovando quelle emozioni precise.
In questa storia ci sono tre protagonisti: l’esploratrice spaziale, il cd e traccia 1. Quest’ultima cosa rappresenta?
È il nome che viene dato al primo brano quando masterizzi un cd ed è la prima canzone che si ascolta nel disco ma siccome salta, non può andare avanti. Traccia 1 è un’idea fissa, che si ripete. È un momento che non passa. La traccia che si spezza e ritorna indietro ti fa illudere che il tempo si sia fermato. Con la musica fluida non c’è più un ascolto dedicato, si skippano le canzoni e ci si approccia come si fa alle caramelle. Pensa ad album come Kid A dei Radiohead dove c’erano libretti nascosti con testi e canzoni, qualcosa che a me faceva impazzire. Amavo le grafiche e le cover, come quelle della 4AD, bellissime, fatte da Vaughan Oliver. Il nostro libro è quello che desidero si tenga in mano, un podcast illustrato da sfogliare, un disco, un fumetto da ascoltare.
L’idea del cd è molto romantica ma come si concretizza visto che nessuno ha quasi più un lettore?
Un amico mi ha detto che lo ascolterà in auto, perché è l’unico posto dove ha ancora un lettore cd! (risate, ndr). Mi sono immaginato tutte queste persone chiuse in auto ad ascoltare il cd sfogliando il fumetto. Mi sembra bellissimo. Però sì, ci sarà un link digitale sul sito ragazzacd.com ed è anche su Spotify e tutte le altre piattaforme in streaming.
La protagonista è una esploratrice spaziale che è anche una meta-cantante con la voce di due artiste: Giungla e Rachele Bastreghi. Come nasce questa collaborazione?
Giungla è una grande artista, le sue canzoni, la sua poetica ed estetica mi piacciono tantissimo, ha scritto e interpretato Salta e Lucida, che sono già fuori. Con Rachele Bastreghi ho scritto io il testo, Storia, e lei ha accettato di cantarla. Un’esperienza molto bella perché è una delle mie artiste preferite. Entrambe avevano partecipato come ospiti ad alcuni spettacoli di Quando tutto diventò blu. La voce della protagonista invece è dell’attrice Chiara Leoncini. L’ultima canzone, in uscita, Fragili, è di Giungla ed è ispirata a questo momento della storia dove ci sono le scatole piene di oggetti, dove viene scritto sopra fragili. Questi oggetti sono i ricordi che, come le cose importanti, si possono rompere.
RagazzaCD chiude il cerchio dopo Monokerostina e Come svanire completamente. Cosa ti piace dell’autoproduzione?
L’autoproduzione è sempre stato un modo per provare le tue idee. Se hai qualcosa di nuovo in testa che un editore forse non riesce a produrre allora puoi metterla in pratica con l’autoproduzione. È una sfida che fai con te stesso per dire che quello che tu pensi può avere un riscontro. Il bello del fumetto è che è libero da molti limiti. Per ragazzaCD è stato difficile calcolare il tempo per pagina, capire quanto si può osservare. Un amico che lavora in informatica mi ha detto che il tempo delle slide di un Power Point è quattro secondi, io non lo sapevo e dopo mesi di lavoro più o meno sono arrivato alla stessa conclusione. Mi sono divertito a calcolare il tempo di attenzione e anche della grammatura della carta, pensando che più la pagina è spessa più è difficile prenderla, più secondi resterai sulla pagina. La sfida, questo è quello che mi piace dell’autoproduzione, è conoscere i materiali per portarli nel linguaggio narrativo. Quando ero bambino avevo i dischi delle fiabe raccontate dalla Disney con il campanello che ti diceva che era ora di cambiare pagina. Mi sono sempre piaciuti questi esperimenti: è una sfida in cui dici al lettore che deve andare a tempo di musica.
Salutaci con un consiglio di lettura, cosa tieni sul comodino?
Tra le ultime cose che ho letto c’è il libro di Eliana Albertini e Gero Arnone, Storia della mia ex per come la immagino io, uscito con Minimum Fax, è divertentissimo. Con loro ho in programma una sorpresa a Cattolica, per la prima edizione del festival Regina Fumetti e concerti festival, dal 30 marzo al 1 aprile. Un festival di fumetti che diventano spettacoli. Cose nuove, non mancate.
Alessandro Baronciani ci saluta velocemente, è arrivato in tipografia e dalla voce capiamo che non vede l’ora di toccarlo, quel libro su cui lavora da due anni. Non possiamo fare altro che immaginarlo entrare in un mondo cangiante, arcobaleno, piatto, pieno di ghiaccio rosato ed emozioni che riaffiorano, ricordandoci esattamente di quella volta che abbiamo messo su un cd e la traccia 1 ci ha fatto battere il cuore.
In copertina: illustrazione di Alessandro Baronciani