ADALI, Associazione degli Agenti Letterari Italiani, si è costituita ad aprile riunendo agenti, agenzie, rappresentanti di autori e case editrici che si riconoscono in elevati standard di competenza e soprattutto in un codice deontologico condiviso. Lo scopo di ADALI è di promuovere e tutelare la dignità della professione di agente letterario, costituire un organismo indipendente di rappresentanza e autogoverno e agire come portavoce dei professionisti italiani presso le istituzioni italiane e straniere. Per conoscere meglio l’associazione, abbiamo intervistato Loredana Rotundo, titolare dell’omonima agenzia letteraria che si occupa da oltre 15 anni di scouting e rappresentanza di autori italiani in Italia e nel mondo e cura i diritti di traduzione del catalogo di Fazi Editore. Loredana è tra i fondatori di ADALI.
Da quali agenzie è composta ADALI?
ADALI è composta da un gruppo eterogeneo di agenzie, alcune di lunga data e altre più giovani. Molte si occupano di rappresentare autori italiani e/o di portare nel mondo editoriale italiano autori esteri per conto di agenzie estere, ma ci sono anche agenzie specializzate in illustrazione e/o nella rappresentanza di diritti esteri per conto di case editrici.
Quali sono le funzioni dell’agente letterario, sia nei confronti degli scrittori che nei confronti degli editori?
Gran parte del lavoro di un agente ha a che fare con la ricerca di esordienti, il cosiddetto scouting, o con il rilancio di autori non ancora molto affermati. L’agente letterario si occupa della carriera di un autore o di un illustratore (più che di una singola opera) dalle primissime fasi di progettazione fino alla pubblicazione e oltre, non tralasciando la promozione, l’attenzione alle vendite e via dicendo. Si preoccupa di tutelare l’autore sotto tutti i punti di vista: esamina i suoi lavori, svolge con lui un primo editing, gli fornisce consigli su come proseguire nella elaborazione dell’opera e nella pianificazione della propria carriera. Se si tratta di uno scrittore già affermato, con un rapporto consolidato con il proprio editor all’interno della casa editrice, non sarà più tanto necessario essere seguito nelle prime fasi di scrittura dei suoi testi come avvenuto per le prime opere, tuttavia l’agente dovrà continuare ad accompagnarlo e a fornirgli consigli riguardo al rapporto con l’editore e con il suo pubblico. Un’agenzia letteraria si occupa inoltre della promozione e della vendita dei diritti di traduzione all’estero, delle cessioni dei diritti cinema e serie TV, partecipa alle più importanti fiere del libro internazionali, intrattiene rapporti con i propri omologhi stranieri. Per queste ed altre ragioni, la posizione dell’agente è centrale nella filiera del libro, perché lavora al libro dal momento dell’ideazione e affianca gli autori in tutto il processo che ne consegue. Tra l’altro, essendo a stretto contatto con i diversi editori, l’agente possiede una visione allargata delle potenzialità e dei limiti del sistema.
Proprio perché l’interesse dell’agente letterario coincide fortemente con l’interesse degli autori, l’agente deve prima di tutto curare i diritti e gli interessi del proprio cliente/autore facendo in modo che questo avvenga in un rapporto di rispetto e armonia reciproca tra autore ed editore. È un equilibrio delicato, in quanto l’agente essenzialmente deve mediare nel senso migliore del termine. Sono gli editori stessi che spesso preferiscono trattare tramite l’intermediazione di un agente, il quale, essendo un professionista, può favorire la nascita e la crescita di un rapporto strutturato e proficuo con ogni nuovo autore.
Possiamo dire che, finora, l’agente è praticamente sconosciuto a chiunque prenda in mano un libro? Può essere che questo sia dovuto al vizio tutto italiano di non considerare mai la letteratura un mestiere ma un’ispirazione calata dal cielo?
Quella degli agenti letterari è una categoria in lenta ma ormai costante crescita. ADALI è la prima associazione in Italia di questo settore, che negli ultimi anni ha conosciuto un boom inarrestabile, mentre all’estero ne esistono da tempo. Le agenzie attive e che corrispondono alla definizione che ne dà lo statuto di ADALI in Italia sono circa 45/50. Alcune antiche e prestigiose, altre molto più recenti e di diversissime dimensioni, ma ugualmente attive e intraprendenti. Oggi gli agenti in Italia – come altrove – sono moltissimi: dalle grandi imprese a una miriade di medie e soprattutto piccole agenzie, fino al fai da te e anche all’improvvisazione. Serviva una sorta di regolamentazione: si è sentita forte l’esigenza di sottolineare e distinguere, far capire che si tratta di una professione, con le sue regole e le sue buone pratiche, rivendicare di nuovo il ruolo di garanzia al fine di evitare la “giungla”. Questa figura professionale di filtro tra autori ed editori è diventata quasi imprescindibile. Anche per esordire, la via migliore è considerata quella di procurarsi un agente seppure in un mercato come il nostro dove il mestiere di scrivere, pubblicare e vendere le proprie opere è considerata ancora una grande illusione, quasi una sorta di follia, alimentata dalla smisurata passione per la parola scritta.
Come è stato regolato finora il ruolo dell’agente letterario a livello contrattuale?
Non esistono titoli o criteri formali abilitanti alla professione. Infatti, in primo luogo, uno dei motivi della nascita di ADALI è l’urgenza di rivendicare il ruolo dell’agente: un’importante figura professionale di filtro tra autori ed editori, con le sue regole e le sue “buone pratiche”. La necessità è promuovere e tutelare la professione dell’agente letterario in Italia e rappresentare gli interessi degli associati all’interno della filiera editoriale e presso le istituzioni pubbliche e private. In secondo luogo, poiché non esistono titoli o criteri formali abilitanti alla professione, e considerato il proliferare di agenzie di servizi editoriali che offrono anche servizi di rappresentanza con metodi poco chiari, è emerso il bisogno di riunirsi e delineare l’identità professionale dell’agente letterario per esplicitare e diffondere le regole di base e gli usi non scritti della professione. Spero vivamente che la creazione di ADALI possa cambiare la situazione.
A proposito di ADALI, da chi e come è nata l’idea di un’associazione di rappresentanza?
ADALI è nata lo scorso aprile. In un settore per consuetudine concorrenziale hanno prevalso alcuni bisogni condivisi e principi fondamentali dell’agire professionale. C’era il bisogno di creare un’associazione di professionisti che punta tutto sull’affidabilità. Da due anni gli agenti letterari si incontravano confrontandosi sull’idea di creare un’associazione di categoria, sul modello di quelle degli editori (Aie e Adei) e dei librai (Ali). In piena pandemia, si sono accelerati i tempi: nel momento in cui le librerie erano chiuse e il mercato librario subiva una flessione impressionante, è nata un’associazione di categoria che mira a tutelare un mestiere di cui spesso non si parla, o di cui perlomeno non si parla ancora abbastanza. Sono 36 le agenzie associate: lo scopo è collaborare, lavorare insieme, anche con gli editori. Le agenzie associate rappresentano autori, illustratori e case editrici che operano nel mercato da almeno due anni, hanno residenza fiscale in Italia oppure il cui portafoglio è costituito per almeno il 50% da autori italiani rappresentati sul mercato editoriale italiano.
Quali sono gli scopi di ADALI? Puntate a un ripensamento del ruolo dell’agente all’interno del sistema editoriale, a consolidare il ruolo dell’agente così com’è o a raccogliere un vasto numero di adesioni per cercare insieme di migliorare la situazione?
ADALI si presenta come un nuovo organismo nazionale garante di professionalità e rispetto deontologico nei confronti degli agenti associati e dei loro clienti e mira a confrontarsi con gli altri protagonisti del mondo del libro. Si è dotata infatti di un codice deontologico che regola l’esercizio della professione e i rapporti tra agenti associati. In un punto il codice deontologico prevede che «gli associati eviteranno ogni pratica sleale agita consapevolmente o per imprudenza che possa recare danno all’attività o alla reputazione professionale di altra agenzia. In particolare si impegnano a non ricercare o assumere la rappresentanza di un nuovo cliente in mancanza di una previa verifica e conferma dell’interruzione di ogni preesistente rapporto di rappresentanza». L’associazione vuole fornire un criterio sia nell’esercizio della professione, sia nei rapporti tra colleghi agenti. Nonché una garanzia di professionalità per gli autori e gli editori in cerca di rappresentanza. ADALI ha tra i suoi obiettivi sostenere l’accesso degli associati ad alcuni servizi professionali condivisi, facilitare la formazione e l’aggiornamento tecnico-professionale degli associati nei diversi ambiti, consolidare il ruolo degli associati e la loro presenza nei dibattiti su scala regionale, nazionale e internazionale che riguardano l’editoria e i diritti d’autore. Desidera stimolare processi virtuosi di crescita professionale, in un settore altamente competitivo e non regolato da percorsi di formazione specifici alla professione di agente letterario.
Se incontraste un giovane interessato a lavorare nell’editoria, come fareste a convincerlo a diventare un agente letterario?
Ci vuole passione, smisurata passione, prima di ogni cosa. Negli ultimi anni si sono moltiplicati vari master in editoria, ma non esiste alcun percorso codificato. Quella di agente è una professione che si impara sul campo. Alcuni attraverso un percorso da autodidatta, altri dopo aver lavorato in un’agenzia o nell’ufficio diritti di una casa editrice, o come editor. Anche per questo si è sentita l’esigenza di mettere ordine creando un’associazione professionale. A questo proposito, ADALI si propone per chiunque voglia diventare agente letterario come un punto di riferimento, e le agenzie che ne fanno parte rappresenteranno uno standard qualitativo elevato.