Corte Sgarzerie si trova in pieno centro storico a Verona, a pochi passi dalle celebri due piazze comunicanti: piazza dei Signori (che i veronesi chiamano piazza Dante, per la statua di Alighieri al centro) e piazza delle Erbe, che in origine era il foro romano. Corte Sgarzerie si trova parallela, infatti, a corso Porta Borsari, quello che anticamente era il decumano, una delle due vie principali della Verona romana, ancora oggi piena di negozi, sempre affollata. Corte Sgarzerie è appena discosta da tutto questo, bastano due passi sotto uno dei due passaggi di accesso da corso Porta Borsari e ti lasci il via vai alle spalle, niente più gente. La corte è al centro eppure è appartata, il posto ideale per una libreria. E infatti.
L’ingresso di Pagina Dodici è un portoncino a vetrata non molto largo, accanto alla piccola vetrina. All’interno il soffitto non è alto e gli scaffali lo raggiungono, le pareti sono foderate di libri, pile pilette, cataste di libri e libri sparsi affollano le superfici, non è davvero disordine, ma un bell’ingombro accogliente. Dritto di fronte alla porta in fondo alla stanza ci sono le scale che portano al piano interrato, uno degli ambienti inferiori è dedicato ai bambini, con tavolini e seggioline e nell’altro, meno allegramente ricolmo delle altre due sale precedenti, con un divano in fondo si trova lo spazio per le presentazioni. Prima che la pandemia rompesse il ritmo, la libreria era un luogo molto vissuto, molto attiva nel proporre al suo pubblico oltre alle presentazioni, incontri ed eventi culturali di vario genere, compreso il gruppo di lettura gestito dalla libraia, Roberta Camerlengo. Le presentazioni sono riprese da tempo, limitando il numero o collaborando con altri spazi della città, ma un evento singolo è diverso dall’incontrarsi con regolarità, il gruppo di lettura riparte per la prima volta questo autunno.
A dicembre saranno sedici anni di attività. Nella primavera del 2006 la libreria in cui Roberta lavorava all’epoca chiuse e lei partì, se ne andò a Cuba per schiarirsi le idee. Aveva sempre viaggiato e aveva sempre amato preparare i propri viaggi anche dal punto di vista letterario, scegliendo una serie di titoli legati alla meta prescelta. Le dico che deve essere proprio la persona giusta per farsi consigliare che cosa leggere quando si è in partenza, mi risponde che «ogni libro è un viaggio e la scelta comporta destinazione», conosce letture adatte al Sudamerica, all’Africa, a certe parti dell’Asia e del Medioriente ed è più preparata ancora sull’Europa, «in generale alla scoperta dell’animo umano nelle diverse culture.». Al ritorno da Cuba aprì Pagina Dodici. Il nome è un omaggio al quotidiano di Buenos Aires dal ricco inserto culturale e che pubblicava tutti i giorni i nomi dei desaparecidos. «È pure pratico da ricordare e da dire al telefono.»
Lo spirito pratico e combattivo serviva all’impresa. Verona non è un paese per librerie indipendenti. Nonostante sia una delle prime città italiane per turismo, con un festival lirico famoso a livello internazionale, piena di bellezze e tradizioni, anche librarie, con splendide biblioteche, le librerie indipendenti sono poche. La storica Ghelfi e Barbato in via Mazzini ha chiuso ormai da anni, rimane solo l’insegna storica. E anche le catene hanno subito perdite: l’amplissimo piano inferiore della Fnac vicino a Porta Leoni, che per tanti anni era stato un punto di riferimento, una tappa obbligata di qualsiasi giro in centro dei veronesi, è scomparso da un po’ e così la grande Feltrinelli della stazione, che ha chiuso quest’anno.
«Dal punto di vista culturale Verona sorprendentemente non è una città facile ed è una città che, un po’ per tutto e quindi anche per le cose culturali, si muove un po’ per moda», eppure Roberta ha saputo far affezionare a Pagina Dodici «un pubblico di lettori, un pubblico specifico, disponibile ad aspettare un libro nel momento in cui non c’è e che si fa consigliare», un pubblico di tutte le età – e anzi le sembra che l’età media dei suoi lettori si sia abbassata negli ultimi anni e che scegliere di comprare un libro in una libreria indipendente per loro sia una scelta etica.
Il nome di Corte Sgarzerie racconta il passato medievale del luogo, fa riferimento alla garzatura, una delle ultime fasi della lavorazione della lana. Prima della dominazione veneziana, quando la ricchezza della città era la sua floridissima manifattura tessile, era qui che i lanaioli eseguivano la garzatura, che conferisce un aspetto più peloso e vellutato al tessuto e migliora l’isolamento termico.
Anche il mestiere della libraia richiede una lunga lavorazione. «Non faccio un lavoro di rivendita prodotti, lavorare con un libro per me vuol dire leggerlo e prepararmi, devo sapere che cos’è, che cosa c’è dietro la storia e a chi proporlo. Tutto quello che entra in questa libreria è scelto titolo per titolo.» Pagina Dodici accoglie narrativa, saggistica, varia, illustrati, fumetti, libri per l’infanzia; questo significa che Roberta lavora con migliaia di editori diversi e si confronta da sola con la vertiginosa mole delle novità, delle ristampe e soprattutto del catalogo. «Ogni tanto qualcuno mi dice che non ci sono più i librai di una volta e io sorrido: i librai di una volta potevano tranquillamente lavorare senza computer perché le novità della settimana si contavano sulle dita di una mano. E pure i lettori erano diversi, meno frastornati dalle informazioni sui libri fornite dai media. Adesso ci sono centinaia di nuovi titoli al giorno.»
Come professionista della filiera libraria l’opinione di Roberta è che l’attuale ritmo produttivo dell’editoria italiana, ulteriormente aumentato negli ultimi due anni, non sia sostenibile e sia destinato a rallentare: il cambiamento, pur necessario e inevitabile non sarà semplice. Finché non accade per navigare tra le ondate di nuove uscite si affida all’esperienza, che la guida nel capire «se il libro durerà due-tre-sei mesi o se sarà eterno. Mi affeziono alle storie e ai libri, alcuni non tramonteranno e potrò proporli sempre».
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I CINQUE CONSIGLI DI LETTURA DELLA LIBRERIA PAGINA DODICI
Pedro Lemebel, Ho paura Torero, traduzione di Giuseppe Mainolfi, marcos y marcos
Liz Moore, Il mondo invisibile, traduzione di Ada Arduini, NN
Sylvie Schenk, Veloce la vita, traduzione di Franco Filice, Keller
Mathijs Deen, La nave faro, traduzione di Elisabetta Svaluto Moreolo, Iperborea
Anne Berest, La cartolina, traduzione di Alberto Bracci Testasecca, e/o
Photo credits
Michele Giacomelli