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Trascorrere il tempo libero alla ricerca di una casa

In Tempo libero, romanzo di Francesco Casamassima, la ricerca della casa diventa metafora dell’indagine di se stessi

Per il protagonista di Tempo libero, esordio di Francesco Casamassima (Affiori, 2024) la ricerca della casa è un hobby che lo porta a conoscere nel dettaglio il mondo immobiliare: dai franchising di agenzie immobiliari e le loro strategie per attirare più clienti, il prezzo per i diversi quartieri, la luminosità in base all’esposizione, l’attento studio dei diversi siti e le notifiche sempre attive per un nuovo annuncio. Da qui anche decine di appuntamenti fissati in una sola giornata.

Tempo libero, F. Casamassima (Affiori)

Solitamente invece la ricerca di una casa può suscitare diverse reazioni: da una parte l’entusiasmo per un progetto di vita che prende forma, dall’altro l’angoscia per la paura di non trovare la casa giusta. E anche l’indifferenza: c’è chi, per esempio, prende tanti appuntamenti e li dimentica nella frenesia quotidiana. 

«Mi spostavo anche duecento chilometri, avevo fissato fino a dieci appuntamenti in un solo giorno quando l’angoscia e la solitudine mi attanagliavano, quando trovavo disperanti le mie relazioni quotidiane, quando facevo soffrire una donna»

Del protagonista non si sa il nome, in quale città abiti, non si conosce il suo lavoro. Il focus è tutto su questa ricerca spasmodica e compulsiva di case. Le tipologie cambiano in base al periodo: alterna nude proprietà a intere poiché cambiano di conseguenza le tipologie di storie e vissuti che si incontrano. Nella prime incontra spesso persone anziane e quindi si ritrova davanti a decenni di vita e sacrifici. Nelle seconde si incontrano persone che vogliono cambiare la loro vita iniziando proprio dalla loro casa. Oppure si desidera una casa più grande dove riunirsi con la propria famiglia.

 Talvolta si prende anche periodi di detox, in cui interrompe le visite. Poi un forte senso di solitudine lo attanaglia e lo riporta a spulciare sui siti. Ciò che traspare non è un vero e proprio intento di acquisto, non c’è alcuna fretta di comprare casa. Il suo obiettivo è colmare il vuoto delle sue giornate cercando di instaurare più rapporti umani possibili, e quale modo migliore per farlo se non entrando direttamente nelle case delle persone per una visita?

Il protagonista di Casamassima cerca un contatto diretto con i proprietari, evita molto spesso la mediazione delle agenzie immobiliari. Non c’è un pregiudizio nei confronti di quest’ultime, semplicemente in questo modo può permettersi di conoscere appieno chi abita in una determinata casa, vivendo con i proprietari anche momenti intensi. Molte visite, infatti, lo turbano, come l’appuntamento per una nuda proprietà dove si ritrova catapultato nella strana vita di madre e figlia, fino a vedere quest’ultima spogliarsi. Ma tutto ciò riempie la sua vita e gli permette di sentirsi meno solo.

«E invece gli esseri umani non smettono di destare la mia curiosità, sento ancora il bisogno di conoscerne nuovi, di non fermarmi. Ho bisogno di casualità, di non partire per viaggi programmati, di perdermi nelle occasioni, negli imprevisti. Ho bisogno di sconosciuti, puoi dirmi di tutto, di tutto»

A un certo punto decide però di voler rendere il suo hobby più concreto e, dopo un periodo in cui aveva accantonato questa sua “passione”, si pone l’obiettivo di acquistare finalmente casa. E così nella sua vita compare Anna, una donna che invece è alla ricerca non dell’acquirente che offra di più, ma di quello che secondo lei è il più adatto a vivere nella sua casa. Anna ha una regola per i suoi appuntamenti, questi sono suddivisi: quindi si visita una stanza al giorno. 

C’è un elemento che accomuna Anna e il protagonista: vivere soli, sentirsi estranei al mondo, chiusi nei loro limiti per l’incapacità di sapersi aprire e raccontare agli altri. Questo genera in loro un senso di soffocamento che cercano di superare attraverso questa bizzarra idea di trascorrere il loro tempo vendendo e acquistando casa.

Inizia il percorso di visita e con l’andare avanti dei giorni lo stratagemma di Anna sembra funzionare: in ogni stanza iniziano ad aprirsi l’uno con l’altro. La casa non è solo il classico “nido sicuro”, è il luogo in cui i due protagonisti possono mettersi a nudo. È la casa in fondo il luogo in cui si può creare l’intimità tra due persone, si alzano pareti per poi paradossalmente far cadere tutti i muri interiori, e così diventa possibile per i due protagonisti sentirsi liberi ma soprattutto se stessi.

Due estranei si incontrano, recuperano e raccontano il loro passato, a partire per esempio dalle vicende legate all’infanzia di Anna, e cercano così di comprendere cosa li porta a soffrire nel presente. 

Quella casa diventa il posto in cui il protagonista può tornare bambino provando da qui a superare tutto ciò che nella vita gli procura imbarazzo e vergogna. La ricerca della casa diventa metafora di un’indagine di se stessi. Stanza per stanza cercano di delineare ciascuno una propria identità trova

Immagine di copertina di Giulio Perrone Editore
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